Palio e Contrade

Palio e Contrade

La Contrada

La città è stata divisa in contrade, dieci inizialmente, che presto si ridussero ad otto. La contrada, letteralmente “gruppo di case attorno ad una strada”, è un quartiere storico della città che ha la propria sede nel maniero, epicentro della vita associativa e delle attività oltre che luogo nel quale sono custodite tutte le armi, gli ornamenti ed i costumi che vengono utilizzati nella sfilata storica.

La guida della contrada è affidata alla reggenza composta dalle tre cariche più importanti che sono Capitano, Castellana e Gran Priore. Le otto contrade nelle quali è suddivisa la città di Legnano sono: La Flora, Legnarello, San Bernardino, San Domenico, San Magno, San Martino, Sant’Ambrogio e Sant’Erasmo. Uno degli elementi più caratteristici ed importanti del palio è costituito dalla sfilata storica nella quale si condensano mesi e mesi di preparazione e di lavoro effettuato nei manieri. La sfilata, ch come la gara ippica si svolge l’ultima domenica di maggio, è composta da oltre 1200 figuranti che indossano costumi e portano oggetti d’epoca realizzati esclusivamente secondo le prescrizioni dettate da un apposita commissione che vaglia preventivamente l’attinenza degli abiti e degli ornamenti rispetto al periodo rappresentato.

La Sfilata Storica

La sfilata è il momento storico rievocativo più significativo del Palio.
Composta da circa 1200 figuranti in costume è organizzata secondo regole stabilite da un apposito regolamento.

Il corteo si divide in tre parti principali:

  • Delegazioni e gonfaloni delle città appartenenti alla Lega dei Comuni
  • Contrade
  • Carroccio e Compagnia della morte

La prima parte del corteo è aperta da una formazione musicale che tradizionalmente è di carattere militare; gli sfilanti indossano le divise dei rispettivi comuni che portano i gonfaloni nell’ordine prestabilito dalla Fondazione Palio di Legnano. Il gonfalone del Comune di Legnano sfila per ultimo.

La parte centrale del corteo storico è costituita dalle contrade che hanno l’obbligo di partecipare alla sfilata anche se non si sono iscritte alla gara per la disputa del Palio.

Ogni contrada, che può sfilare con un massimo di 110 figuranti e di 16 cavalli, svolge un tema specifico dell’epoca medioevale:

  • La Flora – la guerra
  • Sant’Ambrogio – i cortigiani
  • San Martino – la musica e la danza
  • San Domenico – giochi e popolani
  • San Bernardino – il trionfo per la cattura delle armi
  • Legnarello – la forza ed il lavoro
  • San Magno – la nobiltà e il clero
  • Sant’Erasmo – l’astrologia e la caccia

Attenendosi ai temi elencati ogni contrada elabora i bozzetti degli abiti e degli accessori che verranno indossati dai propri sfilanti. Questi bozzetti devono ottenere l’approvazione della Commissione costumi appositamente costituita e composta da un pool di appassionati di storia e costume medioevale coordinati da un esperto di fama nazionale che si avvalgono anche della collaborazione di alcuni Istituti specialistici e di Università.
La commissione garantisce la correttezza filologica delle scelte degli abbigliamenti e delle figure rappresentate.

La terza parte della sfilata è quella più legata alla rievocazione della battaglia, ed è costituita dal Carroccio attorno al quale il 29 maggio 1176 si schierò l’esercito della Lega.

Trainato da sei buoi bianchi ospita, montato sul suo piano, l’altare con la Croce di Ariberto. La martinella, sovrapposta alla croce, viene suonata sul campo al volo dei colombi. Sul carro prendono posto tre figuranti in vestiti religiosi e sei musici con chiarine. Il carroccio è scortato dai fanti ed è seguito dalla compagnia della morte formata da cavalieri in costume guidati dal loro capitano Alberto da Giussano.

Il Palio

La prima edizione in assoluto, che fu chiamata “Festa del Carroccio”, risale al 1932, organizzata in contemporanea ad una sorta di fiera gastronomica, fu costituita da una sfilata in costume d’epoca e da una gara ippica che si svolse al campo sportivo Brusadelli.

La prima edizione del Palio non fu assegnata in quanto la gara fu sospesa a seguito di un incidente avvenuto ad un fantino; la corsa riprese, regolamentata in modo più adeguato solo 3 anni più tardi, nel 1935. E’ da questa seconda edizione, organizzata con una sfilata in costume molto più ricca, che la rievocazione prende il nome di “Palio di Legnano”. Questa edizione del Palio che le cronache dell’epoca riportano come molto ben riuscita e seguita da numeroso pubblico fu vinta da San Domenico che conseguentemente ha iscritto per prima il suo nome sull’albo d’oro della corsa.

Dopo la sfilata del corteo storico e la carica della Compagnia della Morte, il Supremo Magistrato procede alla composizione delle due batterie mediante un sorteggio che viene effettuato al centro del campo. Il Supremo Magistrato estrae da un sacchetto quattro biglie che riportano i simboli delle contrade.

Le prime quattro contrade estratte correranno la prima batteria, le rimanenti 4 correranno naturalmente la seconda batteria. Lo stesso sorteggio, con l’ordine di estrazione, determina anche la posizione di partenza al canapo, in considerazione del fatto che quella più favorevole, ovviamente è quella più vicina allo steccato.

Le batterie si corrono sulla distanza di 4 giri. I primi due classificati delle due batterie disputeranno poi la finale che invece si svolge su 5 giri. L’ordine di posizione della finale viene determinato da un apposito sorteggio che si effettua al termine delle due batterie.